La Storia


Quando al Poggiolo si ballava

In questo video, Franco Naldi, residente storico del borgo del Poggiolo, ci trasporta indietro nel tempo, condividendo ricordi di un’epoca in cui il Poggiolo era animato da un vivace movimento di persone. Tra racconti di incontri e serate danzanti, emerge un quadro affascinante di un passato ricco di vita, in cui il borgo era un punto di ritrovo per giovani e adulti. Un’occasione unica per scoprire un aspetto inedito della storia del Poggiolo, che oggi rivive grazie alle memorie di chi lo ha vissuto.


Un errore che costò la vita a dei poggiolesi

Il Poggiolo non fu solo rifugio per coraggiosi partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale, ma anche teatro di un tragico evento. Il 3 ottobre 1944, il borgo, situato a circa 30 km dalla Linea Gotica – la barriera difensiva tedesca lungo l’Appennino tosco-emiliano – fu colpito da un bombardamento alleato. Convinti di attaccare un nascondiglio nemico, gli Alleati sganciarono bombe sul borgo, causando la morte immediata di quattro persone, mentre una quinta perse la vita poco dopo. Sebbene i segni fisici dell’esplosione siano scomparsi, questo tragico episodio lasciò un’impronta profonda nella memoria della comunità. Dagli anni ’50, gli abitanti del Poggiolo iniziarono a ricordare le vittime con una giornata commemorativa, che si svolgeva ogni agosto. L’evento includeva una funzione religiosa celebrata dal parroco della vicina chiesa di San Benedetto del Querceto e un momento di incontro comunitario con un piccolo rinfresco. Questa commemorazione, rimasta viva per decenni, si è interrotta solo di recente, a causa dell’epidemia di Covid-19, ma il ricordo di quel giorno continua a essere parte della storia del borgo.


L’albero partigiano

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Poggiolo, situato a circa 30 km dalla Linea Gotica – il sistema difensivo costruito dai tedeschi lungo l’Appennino tosco-emiliano – divenne un rifugio cruciale per numerosi partigiani attivi durante la Resistenza. In questo borgo, molti di loro trovarono riparo e sicurezza, lasciando segni tangibili del loro passaggio.
Uno di questi segni è un albero, situato ai margini della piazzetta principale, che custodisce una memoria unica. Il tronco, caratterizzato da una cavità irregolare, è il risultato del passaggio dei muli di un reparto di artiglieria della brigata partigiana, la “someggiata”. Gli zoccoli ferrati, legati silenziosamente la storia di chi lottò per la libertà.

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